L’export ci salverà

L’export ci salverà. I dati lo confermano. Le aziende italiane crescono e corposamente quando vendono all’estero. A fine 2011 la bilancia segna un +10,3% nelle vendite fuori dai confini italiani. L’un per l’altro.

Ma i numeri diventano più significativi se andiamo a prendere alcuni dati più circoscritti. Ad esempio le esportazioni del settore tessile e dell’abbigliamento in Brasile, nazione che penalizza fortemente l’import con un dazio che raggiunge l’80%: ebbene le aziende italiani segnano un +23% in un anno.

Secondo il Monitor dei distretti di Intesa San Paolo la crescita è sostanziosa e costante: oltre sei trimestri consecutivi in doppia cifra per le esportazioni (+2,2 miliardi). Fa eco la Fondazione Edison che ricorda come l’export dei 101 principali distretti italiani nel 2011 ha superato il valore di 51 miliardi euro.

Esportare dunque conviene?

Sì, e per essere sintetici ecco le sette principali ragioni per cui conviene farlo:

1. Il tuo mercato si sta contraendo
2. La concorrenza locale è molto aggressiva
3. Sei sotto attacco della concorrenza straniera che sta introducendo le proprie soluzioni nel tuo mercato
4. Puoi incassare in tempi più brevi e con meno ritardi
5. Sarai uno outsider esotico e questo può essere un valore intrigante
6. Puoi farlo con facilità grazie all’aiuto della tecnologia
7. Puoi imparare dai diversi mercati del mondo e migliorare le tue offerte globali. Puoi trovare l’ispirazione che ti aiuti per fare la differenza dovunque

Fermi tutti però, non è così semplice farlo. Perché se è vero che il Made inItaly è di grande fascino, che si tratti di moda o di dispenser per il nastro adesivo (chiedere a FMpack di Besnate che esporta il 95% della produzione) non è che per vendere basti presentarsi sulla piazza principale e dire “eccomi qua”.

Ecco altri sette punti da considerare prima di partire:

1. Qual è il budget che voglio investire per questo progetto di esportazione?
2. Per quanto tempo durerà la mia pazienza prima di preoccuparmi dei risultati?
3. Sono pronto, e disponibile, a fidarmi di partners che possono guidarmi in questa avventura, a seguire i loro consigli, ovviamente una volta che ho scelto il partner migliore e il più degno di fiducia che sia in grado di trovare?
4. Ho considerato le implicazioni che presenta lo sviluppo di un nuovo mercato in termini di marketing, produzione, logistica, spese di viaggio, impatto sulla gestione della sede principale in Italia e così via; e sono pronto a rispondere prontamente alle richieste del piano di sviluppo?
5. A chi affiderò la gestione del piano di sviluppo?
6. Perché ho scelto questa persona? Quali sono le caratteristiche che mi confermeranno di aver fatto al scelta giusta? Mi fiderò di lui/lei e valuterò il suo lavoro solo dopo la scadenza concordata? Oppure non sono ancora pronto ad abbandonare il timone e voglio mantenere il controllo?
7. Sono pronto a modificare il mio modo di vendere e di comunicare per essere sempre più coerente al profilo necessario per conquistare un mercato straniero?

Cercheremo insieme di dare profondità a queste domande nelle prossime puntate

Informazioni su Paolo Pugni 7 Articoli
Consulente di direzione, esperto di mercati esteri. Fondatore dei blog http://venditareferenziata.blogspot.com/ e http://exportlowcost.blogspot.com/

2 Commenti

  1. Buon messaggio agli operatori: costanza e fiducia nel proprio business. Solo perseguendo la strada dell’export è possibile uscira da queste difficoltà che attanagliano il nostro paese.

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