Flat tax: successo in Russia e flop in Slovacchia. E in Italia cosa potrebbe accadere?

Con le elezioni alle porte si fa un gran parlare di misure e proposte. Una di quelle che tengono banco è la cosiddetta “Flat tax“, proposta da Forza Italia e Lega ma con architetture diverse. Per fare chiarezza sull’argomento ci siamo rivolti all’avv. Stefano Loconte, esperto di tematiche fiscali e consulente della commissione Finanze della Camera.

Negli ultimi giorni, a ridosso delle imminenti elezioni, è tornato di stretta attualità in casa nostra un tema che già in passato era stato motivo di dibattito: la flat tax. Ci spiega di cosa di tratta e come funziona?
“Flat tax che letteralmente sta per tassa piatta è in sostanza un sistema di tassazione in base al quale viene eliminata la pluralità di aliquote che caratterizza il nostro sistema fiscale e viene introdotta una unica aliquota fissa per tutti. Poi alcuni dicono il 15%, altri il 20% o il 23% ma al netto del numero il meccanismo è una imposta su base fissa”.

Attualmente è in vigore in oltre 20 paesi, ma con sostanziali differenze a seconda del sistema fiscale in uso. In particolare vorrei parlare della Russia ma soprattutto di quello che è successo in Slovacchia dove la flat tax ha avuto un iter piuttosto “sofferto”.
“Come dicevamo appunto, il meccanismo è uguale in tutti i paesi perché se è fissa, appunto, potrà cambiare il numero ma c’è un paese che l’ha adottata in un modo piuttosto che in un altro. Poi, ogni singolo paese, ed è ciò che si vorrebbe fare anche in Italia, adatta dei meccanismi di detrazione o deduzione di imposte al fine di garantire la progressività dell’imposta. Mi spiego, la nostra Costituzione all’art. 53 dice che il sistema tributario è improntato a criteri di progressività ma se noi diciamo che tutti devono pagare ad esempio il 20% ovviamente se ci fermassimo qui la nostra sarebbe incostituzionale. Ecco perché poi vengono implementati dei meccanismi di detrazione: hai un figlio, hai una moglie, hai determinati elementi in base ai quali ti viene consentita una detrazione di natura fiscale quindi sia la Russia che la Slovacchia hanno fondamentalmente implementato meccanismi di questo genere.
Ciò che è successo è che la misura non ha funzionato nel caso della Slovacchia e ora cercheremo di capire perché e invece sta dando ottimi risultati in Russia.
Facciamo una precisazione fondamentale: l’introduzione di un meccanismo di questo genere crea o potrebbe creare nell’immediato una riduzione del gettito fiscale perché l’introduzione della flat tax si base fondamentalmente su un presupposto: abbassiamo l’aliquota e cosi facendo portiamo tutti a pagare, quindi la gente sarà meno incentivata ad evadere, la gente sarà meno incentivata ad eludere. Questo è ciò che si legge appunto anche nei vari programmi politici dei partiti che si preparano alle elezioni.
Qual è però il problema? Che se poi questo non avviene assistiamo a una perdita di gettito immediata perché se riduciamo semplicemente l’imposta ma non si allarga la platea dei soggetti che pagano, assistiamo immediatamente a un calo importante del gettito fiscale. E questo è ciò che è accaduto in Slovacchia (ma non solo anche altri stati hanno avuto questi problemi) che poi è dovuta correre ai ripari per mettere un tappo a questa situazione e recuperare il gettito, fondamentale per far funzionare lo stato, andando ad aumentare l’Iva perché l’aumento dell’ Iva ti consente un extra gettito immediato che ti va a coprire il buco che si è creato dalla riduzione del gettito derivante dell’introduzione della Flat tax. Questo è ciò che è successo in Slovacchia e non solo. Invece in Russia non c’è stato questo problema: la misura ha funzionato, sta continuando a funzionare e si è perciò messo in moto quel meccanismo virtuoso a fondamento della struttura della flat tax”.

A tal proposito, recenti studi condotti da Fmi, Bce e Ocse hanno dimostrato che non c’è nessuna prova che funzioni, ossia non c’è nesso causa-effetto tra adozione della flat tax e conseguente abbassamento dell’evasione fiscale.
“E’ esattamente quanto abbiamo appena illustrato. Questi enti sovranazionali, tra l’altro particolarmente qualificati, hanno analizzato quel che è successo in alcuni paesi che hanno introdotto la flat tax nei quali ci si aspettava l’equazione imposta più bassa abbassamento dell’evasione fiscale, ma questo purtroppo non sempre si è verificato.
L’auspicio di base è che abbassando l’imposta tutti dovrebbero essere portati ad evadere meno perché a quel punto, da un punto di vista logico, nell’analisi costi/benefici o rischi/benefici non avrebbe più senso. Il ragionamento, guardando in casa nostra, è che oggi come oggi in Italia provi ad evadere per non pagare il 45%, domani l’auspicio dovrebbe essere che solo il 23% non ci provi. Ma questo chi può saperlo? Questo rientra anche e soprattutto nell’approccio psicologico dell’italiano o del cittadino in generale che ovviamente nessuno studio può analizzare e prevedere” (Fonte: Teleborsa).

Informazioni su Marco Blaset 151 Articoli
Giornalista economico della Federazione Svizzera e Direttore di Outsider News.

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