Caro gas, quanto mi costi

La bolletta del gas, una vera croce per milioni di italiani, soprattutto per pensionati e lavoratori in cassa integrazione, vedono sfumare una grossa fetta delle proprie disponibilità mensili. E che dire del temutissimo conguaglio? Una doccia fredda per l’incauto consumatore che non è stato costante nel comunicare le letture del proprio contatore.

Ma avete mai provato a leggere la bolletta?
La prima pagina contiene i dati di fatturazione. E sin qui tutto nella norma: utenza, mese di fatturazione, estremi di pagamento e voci simili.

La seconda ci dovrebbe spiegare il calcolo dei consumi e dei costi per metro cubo, ma alla fine ne sappiamo meno di prima con grande confusione per la famiglia di Nonno Anselmo intenta a districarsi in quel mare di calcoli e sigle che tutto sembrano fuorché il costo del riscaldamento dei lunghi e freddi mesi invernali. E se poi Nonno Anselmo pensasse di far controllare la bolletta dal nipote, laureato in matematica, pensate che si riuscirebbe a risolvere l’arcano della madre di tutte le lingue astruse? Certi che no!

Proviamo a vedere perché e a cosa invece, scorrendo la bolletta, si deve fare attenzione.

Il gas erogato alle famiglie viene fatturato in centesimi di euro al metro cubo (mc). Tuttavia, il calcolo del prezzo al metro cubo viene ottenuto tenendo in considerazione due importanti moltiplicatori:

fattore PCS (potere calorifico superiore) che indica la quantità di calore prodotta dalla combustione completa di un metro cubo di gas in condizioni standard (temperatura a 15°C e pressione assoluta a 1,01325 bar). Si tratta in buona approssimazione di una misura della “qualità” del gas; coefficiente C che varia da regione a regione in base all’altitudine, ai gradi giorno del Comune di appartenenza e del numero di giorni di esercizio dell’impianto di riscaldamento.

A questo punto il costo viene determinato da una quota fissa e variabile di distribuzione, da una tariffa fissa e variabile di vendita e dalle imposte (accise, addizionale regionale ed IVA). Le quote variabili sono fissate in base a scaglioni di consumo.

E allora?

Qual è il costo medio di un metro cubo di gas? La risposta è semplice.
Le tariffe vengono fissate dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG), tenendo conto del costo della materia prima, dei costi delle infrastrutture di trasporto e distribuzione, dei costi di commercializzazione all’ingrosso ed al dettaglio e, naturalmente, delle imposte!

Ma quale è il peso delle varie componenti sul totale?

Tolto un 20% dei costi per le infrastrutture, un altro 10% per i costi di commercializzazione e poco più del 30% quale costo secco della materia prima, resta oltre il 38% di imposte. E che imposte!

Quale correlazione con i prezzi internazionali delle materie prime?

Un grave dubbio mi è sorto spontaneo quando, sentendo che le tariffe 2010 sono di nuovo aumentate, mi sono chiesto: i prezzi internazionali della materia prima gas naturale non erano crollati?

Al New York Mercantile Exchange il future sul gas naturale riflette un prezzo che non arriva attualmente ai 4 dollari per MM BTU, in contrazione di circa il 70% rispetto agli oltre 13 dollari del lontano luglio del 2008. Anche il prezzo spot del gas fisico determinato presso il punto di snodo Henry Hub, in Louisiana, quotava 4,15 dollari nell’ultima settimana al 14 aprile 2010.

Eppure, il prezzo del gas per le famiglie italiane è scivolato di poco più del 10% a 71,81 centesimi di euro per metro cubo rispetto al picco di 80,10 centesimi segnato nell’ultimo trimestre del 2008 (dati tratti dalle statistiche della AEEG).

Ciò premesso proviamo a comparare le grandezze in esame che non sono fra loro correlate:

MM BTU sta per milione di British Thermal Units ed equivale a circa 28 metri cubi.
1 euro = 1,339 dollari

Facendo un rapido calcolo otteniamo il prezzo in dollari per metro cubo: 4,15 dollari/28 = 0,1482 dollari per metro cubo. Ora convertiamo in euro al cambio attuale ed otteniamo 0,1107 euro. Risultato: il costo della materia prima negli Stati Uniti supera di poco gli 11 centesimi di euro al metro cubo.

Se anche considerassimo che il gas consumato in Italia non proviene dagli States ma da Norvegia e Olanda, dall’Algeria e dalla Russia ed anche tenendo in considerazione le ben note dispute sul prezzo fra Russia ed Ucraina, una domanda resterebbe sospesa nell’etere: il resto? Costi di trasporto, distribuzione e commercializzazione, imposte e… chi più ne ha più ne metta.

Informazioni su Marco Blaset 150 Articoli
Giornalista economico della Federazione Svizzera e Direttore di Outsider News.

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