64 anni fa nasceva il Container, la scatola che ha rivoluzionato il mondo (e la nostra vita)

Buon compleanno, container: la scatola che ha cambiato il mondo del trasporto internazionale, non solo marittimo, compie 64 anni. Era infatti il 1956 quando l’imprenditore americano Malcom McLean, caricò a bordo della petroliera “Ideal-X”, ormeggiata a Newark, in New Jersey, 58 cassoni di autocarro contenenti merci di vario tipo. La nave si staccò dalla banchina il 26 aprile (ma secondo alcuni uscì dal bacino portuale solo dopo la mezzanotte del 27) e fu l’inizio di una svolta epocale che avrebbe radicalmente cambiato il modo di effettuare spedizioni da una parte all’altra del globo.

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Merito di un oggetto sicuramente poco affascinate, tenuto insieme da saldature e bulloni, ma sul quale oggi ruota l’intera catena logistica mondiale e che è stato capace di affermarsi, nel corso degli anni, come contenitore ideale per prodotti di ogni tipo.

In Italia fu il gruppo Grendi, per primo, a credere nell’utilizzo del container moderno quando, nel 1967, sfruttò un traghetto, il “Vento di Levante”, per il trasporto merci dal porto di Genova a quello di Cagliari. La base di partenza era Calata Bengasi, dove si trova oggi il terminal gestito dal gruppo Messina.

«Siamo stati i primi – ricorda Bruno Musso, presidente di Grendi – a portare il container negli scali italiani. Anche se la nave che attrezzammo inizialmente poteva trasportare appena 31 scatole di alluminio a viaggio.

Ma fu una svolta epocale, che nonostante l’intuizione non fu compresa immediatamente dall’ambiente marittimo, specialmente dai lavoratori portuali, che temevano ripercussioni negative sul loro lavoro quotidiano». Quella introdotta dal container fu, nel panorama della logistica, anche una rivoluzione economica visto che, con l’affermarsi dei contenitori, si abbassò notevolmente il costo di trasporto delle merci.

Prima degli anni ‘60 le spese delle spedizioni dagli Stati Uniti all’Europa ammontavano a circa il 12% delle esportazioni e al 10% delle importazioni. Una delle maggiori voci di costo consisteva, nel porto di partenza, nello spostare da terra su nave la merce e poi, una volta raggiunto lo scalo di arrivo, movimentare gli stessi prodotti su camion o su treno.

A Genova, nel principale porto italiano, la prima gru per la movimentazione dei contenitori fu installata nel 1968 nella zona di Ponte Libia. Spetta invece alla Spezia il primato tra gli scali nazionali, per aver avuto, nel 1972, un terminal interamente dedicato ai container, nella stessa superficie dove adesso sorgono le banchine gestite dal gruppo Contship. «Anche in questo caso – aggiunge Musso – è stato Grendi ad avere prima di altri questa idea, dopo che decidemmo di lasciare il capoluogo ligure. Di lì a poche settimane ci seguì anche la famiglia Ravano. Fu un’intuizione azzeccata».

Oggi, a distanza di 64 anni dalla nascita dei container, sono i porti asiatici a fare la parte del leone: Shanghai è lo scalo più trafficato con 36,5 milioni di teu movimentati ogni anno, mentre Singapore è secondo con 30,9 milioni di teu. Nella top 100 mondiale, Genova è il primo porto italiano di destinazione finale, al 71esimo posto, seguito dallo scalo spezzino, 98esimo .

Informazioni su Marco Blaset 151 Articoli
Giornalista economico della Federazione Svizzera e Direttore di Outsider News.

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